martedì 13 dicembre 2016

Governo (e politici) di (ir)responsabilità

Solo l'Italia, in Europa, e qualche altro Paese del profondo Terzo Mondo, nel resto del Pianeta, è capace di "tanto".

- Di un Premier che personalizza un referendum costituzionale, creando una profonda spaccatura ed alterando il voto, senza che  ciò,  in nessun modo, si dimostri un servizio per il Paese (ma era lui quello che aveva giurato di agire per il bene del nostro Paese, quando fu nominato??).

- Di un Premier (sempre lo stesso...) che, successivamente, si rende conto, non di quanto detto sopra, ma di essere molto vulnerabile con quella modalità, e che quindi si rimangia il "o vince il SI o me ne vado", facendo, però, una campagna elettorale come fosse un politico qualunque, e non il Presidente del Consiglio del suo Paese.

- Di un Premier (sempre lui...) che, all'indomani della sconfitta del SI, essendo molto (immaturo) permaloso e completamente autocentrato (neanche fosse un bambino a cui non piacciono le regole del gioco), decide, infine..., di dimettersi, come se non avesse delle responsabilità .

- Di un ennesimo governo nominato dal Capo dello Stato, governo che, a mio giudizio, sarebbe almeno dovuto essere IDENTICO al precedente, (eccetto, evidentemente, visto il capriccio..., il Premier), considerando che dovrà, o dovrebbe, fare solo lo stretto indispensabile. Quindi mi chiedo: PERCHE' cambiare solo qualche ministro, con sprechi di forze e conoscenze, come si è fatto, per esempio, con quello "fantoccio" della Pubblica Istruzione (facendoci credere che sia perché non ha funzionato, quando la riforma, sappiamo tutti che, come al solito, era di Renzi); PERHE' promuovere invece la Boschi, creatrice (sempre con Renzi...) della riforma costituzionale bocciata dalla maggioranza degli italiani; e PERCHE' mettere agli Esteri proprio Alfano (mai all'altezza dei, sempre molto importanti,  ruoli assegnati), di un partito praticamente inesistente fuori dal Parlamento, e che oltretutto ha già dimostrato nel settore la sua totale incapacità (non dimentico il  caso Shalabayeva!): se non per fare regalìe a vario titolo? (vedi anche Lotti..., la Finocchiaro...)

- Di un nuovo Premier che definirei un uomo senza qualità se non quella di essere evidentemente una persona mite ed "il prescelto" dal suo predecessore (e non dal Presidente Mattarella..). Io, per dire..., in questa paradossale situazione, avrei preferito Delrio, altra personalità (sebbene sia circondato da presuntuosi impreparati) e sicuramente persona meno malleabile (lo ha dimostrato il cambio subito da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) da parte di Renzi.

- Di permettere ad un deputato, un certo Verdini,  con la consueta spregiudicatezza e senza vergogna nei nostri confronti, di pretendere poltrone in cambio del voto di fiducia (SCANDALOSO).

martedì 6 dicembre 2016

Referendum costituzionale

Ancora una volta, e come sempre, all'indomani di una votazione, la gastrite, per la qualunque interpretazione della volontà dei cittadini italiani, è al massimo.
A leggere la rassegna stampa ieri mattina c'era da mettersi le mani nei capelli. Giornalisti e politici che interpretano con la abituale sicumera il nostro voto, come se ci avessero intervistati uno ad uno prima di scrivere i loro articoli e le loro dichiarazioni. Calabresi addirittura mette nel suo editoriale-calderone pure l'avversione dei cittadini per le politiche di accoglienza  ...pazzesco. Ma quand'è che qualcuno dirà sulla stampa quello che veramente i cittadini pensano? (Così da farlo sapere ai politici che, evidentemente, continuano lo scollamento dalla realtà?)

Io parlo per me. Il mio NO è stato esclusivamente contro QUESTA riforma (il mio NO a Renzi lo dirò nel momento delle elezioni politiche). La mia idea è che non serve una modifica della nostra Costituzione ("la più bella del mondo" secondo Benigni che però, come  ha  giustamente notato mio figlio diciassettenne, ha votato, poco coerentemente..., per cambiarla) ma un radicale cambiamento della politica e dei politici.  Poche leggi ma che siano fatte rispettare, e la base deve essere LA Costituzione; invece siamo il Paese di migliaia di leggi sconosciute (nonostante l'ignorantia legis non excusat..) che permette a tutti, soprattutto agli avvocati che con questo sistema ci vivono, di trovare sempre l'escamotage per non  rispettarle, e farla fare franca. Sono I PRINCìPI quelli che devono guidare un Paese, e normalmente le Costituzioni (degli altri Paesi molto più vecchi e saggi di noi novellini) non vengono toccate nei secoli.
Proprio il Senato, considerato da sempre la Camera Alta, sarebbe stato svilito in un'...accozzaglia di gente inadeguata al ruolo di Senatore, per preparazione, per onestà (come i fatti ci insegnano), - io continuo a sognare una politica onesta ed i Senatori per me sono il più alto livello dei legislatori, non per niente il loro Presidente è il naturale "facente funzioni" del Presidente della Repubblica, nel caso quest'ultimo improvvisamente non possa adempierle -, facendo il capro espiatorio per "abbassare" i costi della politica... Mentre la Camera dei Deputati, ben più numerosa, non sarebbe stata toccata, causando uno sbilanciamento senza senso.
Il mio non è stato un No all'Europa, né alle politiche sull'accoglienza, né alla rottamazione di D'Alema (nonostante il suo ricomparire mi faccia venire l'orticaria), né un voto di pancia (ANZI!) minimamente avvicinabile a quello americano per Trump (ma che c'entra??).
La vittoria totale del NO, se da un lato mi rende ovviamente felice, dall'altro mi preoccupa non poco, sia perché andare alle elezioni con queste leggi elettorali creerebbe scenari, se possibile, peggiori, sia perché non vedo  nessun  premier in pectore all'altezza (come però tutto sommato non  sembrava neanche Renzi),
Di sicuro il PD non sarà più il mio partito di riferimento (come ho già avuto modo di spiegare) ed i partiti di sinistra sono più o meno silenti, questo apre per me un grave problema: non saprei proprio chi e cosa votare. Di certo, come la maggioranza degli italiani ha dimostrato di aver fatto in questa occasione, non mi turerò il naso alla montanelliana maniera, voglio e pretendo che guidino il mio Paese politici onesti e preparati, basta con gli "inciuci" (e comunque con questo linguaggio), con la miopia, con il promettere abbassamenti di tasse quando poi non ci sono soldi per la sanità, per i diversamente abili, per chi ne ha bisogno. La prima promessa che voglio sentire è la lotta (con vittoria piena ed assoluta) all'evasione fiscale. Basta con le concessioni ai poteri forti illudendoci che sia l'unica strada per ottenere qualche (effimero e temporaneo) posto di lavoro in più. Piuttosto si copi chi ha avuto risultati (Obama?) anche nel nostro (orrendo, antidiluviano) sistema scolastico che tiene conto solo dei (perlopiù inetti, spesso "pericolosi" per i danni alla personalità che creano, e per la maggior parte, seppure preparati,  incapaci di insegnare) "docenti": l'altissima percentuale di abbandono scolastico, che si sta verificando a causa di tutto ciò, sarà la rovina, a breve, del nostro Paese, ma nessuno se ne accorge e ne parla.



domenica 4 dicembre 2016

(DIS)INFORMAZIONE

Questa volta sarò ancora più breve.
Di Telecom non si parla più.
Flavio Cattaneo è stato nominato amministratore delegato di Tim il 30 marzo 20016 ed a parte i primi articoli comparsi sulla stampa (solo il Fatto menzionava i 55 milioni (!) di euro di bonus straordinario previsti per lui, La Repubblica ne celebra solo le gesta...)  poco o nulla si è più saputo su quello che sta succedendo in Tim, azienda di non poca importanza strategica per il nostro Paese (se non altro... per essere l'unica ad avere la proprietà dell'ultimo miglio...se ho capito bene, perché, per l'appunto, non si trova nulla di attuale sull'argomento )... Forse per questo nessuno ne parla? E vogliamo continuare a chiamarla Informazione questa informazione che non informa?

sabato 1 ottobre 2016

Ipocrisie

Stavolta proverò ad essere breve.
Da cittadina e da elettrice sono indignata, come sempre, nel constatare che, come al solito, la politica e l'informazione, e quindi i politici e i giornalisti, non fanno quello che devono fare:  capire cosa vogliamo noi elettori, loro datori di lavoro, i primi, informarci correttamente ed approfonditamente, senza tutelare partiti ed interessi, (molti) dei secondi. Usano l'ipocrisia, (e la certezze che noi elettori siamo dei disinformati idioti) per affermare le loro idee.

- Renzi, che nell' incontro con Zagrebelsky ieri (30/9) da Mentana, dicendo continuamente "con rispetto" ha detto di tutto per non rispettarlo e per farlo passare per un ormai rimbambito incapace, devo dire con l'appoggio fastidioso di Mentana, che non  permetteva al professore  di finire i suoi ragionamenti in nome, evidentemente..., dei "sacrosanti" tempi televisivi e di spettacolo. Entrambi mitragliette che sparano (sempre troppo) velocemente parole, battute e slogan (Renzi, da pubblicitario mancato qual'è sa fare solo quello), senza mai approfondire, sempre di fretta per poter solo fare gran confusione e nessuna informazione, hanno certamente messo in difficoltà il grande costituzionalista che, abituato a spiegare per  far capire gli argomenti di cui parla ai suoi studenti, invece, non ha certo tempi televisivi. Il Suo lavoro è di riflessione, comparazione, approfondimento: tutto l'opposto dei  superficialoni che girano in queste trasmissioni. Ma a me il messaggio è passato nonostante loro.

Giachetti che continua a dire che i romani vogliono le Olimpiadi. Quand'è che capirà (o che qualcuno gli spiegherà) che lui non è stato votato anche (...oltre a TUTTO il resto) perché voleva le Olimpiadi, e che la Raggi ha vinto soprattutto per questo?? Fa l'ipocrita o proprio non ci arriva?

- D'Alema accusa Renzi di essere come Berlusconi...Proprio lui dice una cosa simile?? Lui che quando è stato premier (un premier neanche laureato, veramente lo specchio di questa Italia che pretende solo dai giovani...) è stato  il maggior alleato di Berlusconi impedendo di fatto che fosse  approvata la legge sul conflitto di interessi??

- Il presidente di confcommercio Sangallo  da anni va dicendo che i governi devono abbassare le tasse (senza considerare mai, dico io, che ciò significa eliminare servizi e aiuti a chi ne ha veramente bisogno) quando la massima colpa della nostra situazione italiana è proprio dei commercianti che all'indomani dell'entrata nell'euro, complice il "disattento" o inetto governo Berlusconi, (che ha sempre dato, altra ipocrisia, la colpa di tutto  a Prodi)  hanno raddoppiato i prezzi, ed il loro capitale, con il cambio 1000 lire = 1 euro, mettendo sul lastrico la maggior parte della popolazione della media e bassa borghesia, e ovviamente i già indigenti, i cui stipendi e le cui  pensioni valevano 1000 lire = 50 centesimi. UN' ENORMITA' mai considerata da nessuno dei "grandi statisti" degli ultimi 15 anni (anzi il messaggio è stato sempre "smettetela di ragionare con la lira.." be' certo...).

 - Il governo fa costruire nelle zone terremotate delle casette di legno  pronte in 7 mesi. La mia domanda sorge spontanea: ma non era più di buonsenso costruire delle casette di legno prefabbricate che (come si legge sui siti addetti) basta massimo una settimana per montarle, permettendo così a tutti  i terremotati di rimanere nelle proprie zone, (invece che andare tutto l'inverno "in riviera"), ed usare invece questi sette mesi per cominciare la VERA ricostruzione definitiva??

- Secondo il Vaticano ORMAI...a Roma basta un temporale perché si fermi tutto. ORMAI??? Ma si vede che vivono fuori dal (nostro) mondo se non quando gli conviene affermare ipocrisie come queste. Sono anni, ma forse DA SEMPRE, che Roma si blocca completamente nei cambi di stagione ai primi temporali (in realtà, oltretutto, quelli di sabato 10 e domenica 11 settembre più che temporali  sono state quel che si dice vere e proprie bombe d'acqua, che avrebbero bloccato anche Berlino!). Qualche giornalista ha pensato di far rispondere monsignor Galantino su questo? Naturalmente no perché l'obiettivo per quasi tutta la stampa, non è più dare informazioni, ma creare Casi e scoop...e noi ci siamo davvero stancati.

- Tutti a parlare ed a pensare a noi poveri romani in condizioni ormai...insostenibili per come è ridotta la nostra città (tutti quelli che sulla nostra città si arricchiscono illecitamente da anni e la deturpano con scelte politiche assassine). Vorrei dire a tutti che ANCHE questa volta, come fu per Marino, la MAGGIORANZA dei romani ha scelto un sindaco VOTANDOLO (verbo sconosciuto ormai a tutti i politici in carica) e lo sta sostenendo anche in questo momento difficile (cosa che tutti loro non sanno perché, come sempre, "se la raccontano" tra loro, senza mai sapere cosa davvero noi cittadini pensiamo). E che questa MAGGIORANZA di cittadini, si aspetterebbe di vedere all'opera anche l'opposizione, che deve collaborare, non essendo evidentemente stata considerata all'altezza di governare  dalla MAGGIORANZA dei romani, invece che ostacolare sterilmente il lavoro di chi ha vinto, nella speranza di tornare a votare (sciagurato modo di considerare la gestione della res publica)

martedì 21 giugno 2016

Elezioni amministrative romane 2016

A Roma sembra abbia vinto la voglia di legalità, e non era affatto scontato, anzi.

E che sia rappresentata, per la prima volta..., (FINALMENTE), da una donna che sembra capace (una donna a prescindere, bastachesiadonna, come spesso succede, non avrebbe avuto lo stesso valore), è l'ulteriore buona notizia.
Il timore era che i poteri forti della Roma suburra andassero a votare in massa Giachetti, per permettere una certa continuità, e invece o davvero i romani sono stanchi della totale illegalità diffusa a Roma, o i suddetti poteri forti hanno scommesso sull'incapacità del nuovo sindaco donna 5Stelle, che speriamo fortemente dimostri il contrario.

Inutile dire che non condivido le solite analisi post-voto che emergono dalle conferenze stampa e dagli studi televisivi, meno che mai quelle di Renzi, che continua a non capire niente: il primo a dover rottamare dovrebbe essere se stesso perché, come ho già scritto altre volte, non ha titolo a stare lì: e questo è il primo messaggio che dovrebbe capire.

L'analisi del mio voto, e di quello di chi mi circonda, invece, è la seguente.
Non sono del Movimento 5Stelle, e fino a Marino non avrei pensato di votarlo, ma quello che è successo con l'ex sindaco è stato troppo grave per una convinta, come me, che il corpo elettorale, uno degli organi costituzionali, o meglio il PRIMO di essi, come recita l'art. 1 della Costituzione che afferma:"la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione", sia alla base di ogni democrazia e non possa essere calpestato come ha fatto Renzi annullandogli il voto, con Marino, e autoproclamandosi senza ricorrere al suo voto, con se stesso.
Renzi è illegale ed illegittimo, ed è anche questo il motivo per cui i 5Stelle stanno avendo il sopravvento.
Inizialmente il mio istinto è stato di non andare a votare, (per la prima volta nella mia vita di elettrice di 50 anni), ed al al primo turno non ho votato, perché nessuno meritava il mio voto, TUTTI, infatti, avevano contribuito alla estromissione di Marino ed al calpestamento del nostro voto di cittadini: un colpo di mano troppo grave per me. Ed i 5Stelle ne avevano preso parte, per i LORO interessi "di partito" e di potere, comportandosi come tutti gli altri partiti.
Ma al ballottaggio, il timore che quel PD che non aveva appoggiato l'onesto Marino, eletto però ugualmente dai romani onesti che avevano voluto credere in lui, potesse andare al potere nuovamente, oltretutto perpetuando i danni di anni, di Rutelli e di Veltroni, mi ha fatto scommettere su qualcosa di nuovo, qualcosa che, almeno per l'ambito amministrativo, mi ha convinta, perché ha una leader che parla da cittadina che ha vissuto e deve continuare vivere da cittadina la sua città, non da chi deve solamente governare i cittadini di quella città. E c'è una bella differenza.

I politici di professione, non hanno capito che la ricetta vincente dei 5Stelle è quella di permettere a chiunque ne abbia i requisiti, ne abbia voglia, ed abbia cuore, di partecipare al miglioramento del proprio mondo che non è quello dei politici, i quali non sanno più, (alcuni non lo hanno mai saputo), cosa significhi vivere la vita reale di pochi soldi sempre, tasse (comunque sempre tante e spesso inutili perché bottino per altri e non finalizzate al miglioramento di servizi indispensabili), zero servizi, pensioni quando ormai sei vecchissimo, zero lavoro dignitoso, zero meritocrazia, nessun diritto allo studio, trasporti da terzo mondo, illegalità e malaffare diffusissime ed ormai endemiche, zero finanziamenti per la ricerca contro malattie come il tumore, peste del nostro secolo; nessuna analisi di ampio raggio per le energie alternative, per i rifiuti; una burocrazia che può portarti al suicidio; poteri fortissimi come le banche, nate per aiutare, e diventate sanguisughe che stanno distruggendo le economie mondiali; un'economia ormai superata che non riesce a trovare statisti tanto coraggiosi da sposare nuove teorie alternative, e...chi più ne ha più ne metta.
Altro che scuole di politica...i nuovi politici vanno presi tra la gente normale, tra di noi, perché ormai si è arrivati al paradosso della regina Maria Antonietta che suggeriva di dare brioches al popolo affamato ignara della situazione del suo Paese.
E dopo Berlusconi ed i suoi governi e parlamenti fatti di Gelmini, miss Italia, lobbisti dell'ultim'ora, sportivi, lacchè...che badavano al proprio arricchimento economico, culturale e di status, si è capito che chiunque può fare il politico, perché la politica in effetti è del e per il popolo, dipende però dai fini che vuole raggiungere se è Politica, o mera conquista di privilegi personali.

giovedì 14 aprile 2016

Una buona scuola



Una buona scuola sarebbe una scuola con insegnanti che insegnano, attenti e partecipi della vita scolastica dei loro fragili (più che mai in questo momento storico) studenti, "ai quali," invece " non parlano, dei quali non si prendono cura, come se fossero una loro controparte e non quella parte a cui dovrebbero dedicare anima e corpo per favorirne la crescita, con reciproca soddisfazione", così come scrive in un meraviglioso, completamente ed assolutamente condivisibile articolo, il prof. U. Galimberti (D la Repubblica 2/4/2016).
E tutti, a mio parere, dovrebbero avere la possibilità di scegliere cosa studiare, seppure con i propri voti ed i propri limiti, senza essere scherniti ed avviliti: ho avuto più volte la prova che sarà la vita a dire se la scelta sia stata o meno sbagliata.
Sull'organizzazione, basterebbe copiare l'estero (USA, Francia, GB): i ragazzi studiano meno, sono qualitativamente superiori, hanno maggiore elasticità di orario e flessibilità ( ripetono solo le materie insufficienti e non tutte quelle dell'anno scolastico, comprese quelle sufficienti...), stanno a lungo a scuola (pur entrandovi più tardi, che, come è stato provato scientificamente, aiuta i processi cognitivi), vivendo la scuola senza ansie, come una seconda casa, dove possono svolgere i compiti in compagnia dei compagni ed alla presenza di insegnanti, fare sport nell'orario scolastico, e quando escono da scuola, alle 5p.m., si possono riposare, ricaricare e dedicare ad amici ed hobby (evitando, così, di stare soli a casa tutto il pomeriggio, magari su internet e senza essere in grado di svolgere i compiti da soli, come, ho già detto, succede alla maggior parte dei nostri ragazzi).
Ho anche già detto di test psicoattitudinali per poter insegnare...?? Se l'ho già detto nel precedente post, lo ribadisco: sono troppi gli insegnanti che stanno facendo grossi danni alla società, presente ( il tasso di disoccupazione non può che salire vertiginosamente se a 16 anni i ragazzi vengono fatti sentire incapaci e spinti all'abbandono scolastico, oltre che letteralmente abbandonati al "non-studio", "non-lavoro", "vegeto e mi deprimo") e futura (ci saranno pochi geni e tutti gli altri incapaci ed incolti, oltre che depressi e con senso di inadeguatezza...e le famiglie non sempre sono in grado di ovviare ai danni della scuola).
La storia, ed il buon senso, insegnano che società così sono la culla di dittature..o sbaglio?

venerdì 22 gennaio 2016

La buona...squola

Ho provato a leggere il documento "La buona scuola" quando è uscito, ma non sono riuscita ad andare oltre le prime due pagine di (a mio parere) aria fritta.
Il mio punto di vista è quello di madre e di ex alunna, non di insegnante, sebbene conosca le tematiche in quanto figlia di insegnante delle medie in pensione.
Prima di entrare nel merito mi preme dire che non era certo questa LA Riforma di cui si aveva bisogno, anzi in realtà di riformativo non ci vedo proprio niente.
In primo luogo trovo che questa riforma (e le relative critiche) riguardi solo gli insegnanti ed il loro lavoro, dimenticando completamente che la scuola deve essere ricondotta fondamentalmente agli studenti.
Si parla solo di entrata in graduatoria degli insegnanti, di LORO diritti disattesi, di LORO problemi con il preside "sceriffo" (se non sbaglio tra l'altro già parzialmente esistente, "grazie" alla pessima riforma Moratti, che insieme alla pessima riforma Gelmini, e insieme ai pessimi aiuti di Stato per le scuole private, anche da parte dell'ex Presidente del Consiglio D'Alema, hanno veramente finito di rovinare la scuola pubblica).
Le priorità, invece, a mio parere di mamma di figli ormai alle superiori, e di ex alunna appunto, dovevano necessariamente essere altre.

1.Una riforma della scuola media, cosiddetta dell'obbligo: che prevedesse l'allungamento a 5 anni, con la relativa scelta per la specializzazione a sedici, quindi, invece che a quattordici anni, età in cui l'immaturità ed il conseguente panico nel dover scegliere, l'impreparazione per mancanza di progetti, la conoscenza superficialissima delle scuole superiori e del loro significato pratico, sono assolute e portano ad effettuare scelte sbagliate che poi condizionano tutta la vita.
La riforma, poi, avrebbe dovuto riguardare i programmi delle materie, cannibalizzati dalla riforma Gelmini (e più che da lei, vista la sua impreparazione..., da chi per lei...) "grazie" alla quale non esiste più la geografia dell'Italia, si parla solo di paesaggi in prima media, non di Regioni, non di capoluoghi, di città, solo nomi decontestualizzati di fiumi, laghi, monti...! La storia è fatta con testi che andrebbero bene per i bambini delle elementari, pieni di foto, privi di contenuti e di qualsiasi critica.
Come ho già detto, si sarebbe dovuta cambiare la durata, portandola cioè a cinque anni, in cui, negli ultimi due, ci sarebbe dovuto essere "l'assaggio" delle scuole superiori, per poter fare una scelta consapevole.
Si sarebbe dovuto, inoltre e soprattutto, mettere gli insegnanti davanti alle loro responsabilità ed al significato del loro mestiere: insegnare: NON interrogare, NON verificare, perché queste sono eventualmente, fasi SUCCESSIVE, DOPO CHE SI E' INSEGNATO. Invece ormai non si spiega e non si cerca di far capire a tutti: chi riesce a seguire, bene, chi non riesce è abbandonato, anche i diversamente abili, (e questa è la mia esperienza personale). Tutto ciò è ancora più grave se si considera che parliamo di scuola dell'obbligo, la quale per alcuni, è l'unica possibilità di apprendimento (il diffusissimo uso sbagliato di congiuntivi e sintassi la dice lunga sull'inadeguatezza di insegnanti di elementari e medie, infatti). E scuola dell'obbligo significa, ancora, che, la maggior parte dei ragazzi, tra l'altro sola a casa tutto il pomeriggio perché i genitori lavorano, al loro ritorno non può chiedere loro aiuto perché spesso i genitori non sono in grado di aiutarli, quindi se non hanno capito ed imparato a scuola, comincia la loro deriva e l'abbandono. L'incubo. Da cui si difendono dando poca importanza al tutto e convincendosi che non è quello l'importante della vita (unica difesa per la loro autostima).
La riforma si sarebbe dovuta occupare degli insegnanti sì, ma della loro inadeguatezza: spesso molto avanti con l'età e quindi incapaci di capire gli adolescenti che si trovano davanti, fanno loro odiare la scuola invece che portarli all'innamoramento per il sapere; e altrettanto spesso totalmente negati per l'insegnamento, che, in materie come la matematica, fa sì che il capirla sia appannaggio di pochi dotati geneticamente, dimenticando che invece, se ben spiegata, è assolutamente alla portata di chiunque mentre se non capìta, condiziona pesantemente tutte le scelte successive di scuole e università e quindi, comunque, sbocchi lavorativi.

2. Una conseguente necessità sarebbe ovviamente la riforma della scuola superiore: con tre anni di specializzazione.
Qui la mia esperienza personale è parziale, e riguarda solo il liceo classico dove l'insegnamento al ginnasio ( a parte la mitica prof. di mio figlio che si è inventata, tra l'altro, il gioco dell'impiccato in greco!), è rimasto quello di 30 anni fa, il che è vergognoso, considerando il progresso galoppante che c'è stato ed il cambiamento totale della natura e degli interessi dei ragazzi. Ma come non viene voglia di farsi apprezzare con nuovi metodi accattivanti per il latino, il greco, la matematica?? Un'assurdità, poi, è, per esempio, che per i primi due anni NON si fanno i temi! Prova, invece, fondamentale alla maturità... Letteralmente incredibile direi.
E comunque anche alle superiori non si insegna, non si spiega, si assegna, si interroga, si pretende senza dare: non si sa perché deve essere massacro tout court: ma perché scoraggiarli così e incoraggiarli all'abbandono??
Per le altre scuole so di licei artistici storici gestiti malissimo, e Istituti alberghieri che a gennaio ancora non hanno i professori di certe materie...deprimente e doloroso.

3.Necessaria, trovo l'abolizione dei ridicoli e fuori contesto test universitari, vero business insieme alle inutili e pericolose prove INVALSI, che di certo non mandano avanti i migliori ed i più motivati, ma come al solito solo quelli con più possibilità economiche per fare corsi appositi che gli permettano di passare test inutili (al test per Medicina, un paio di anni fa, c'erano domande su "Il grande fratello"...).
La scuola è e deve essere dei ragazzi, degli studenti, devono esserne loro al centro: i latini la parola ludus (gioco, divertimento) la usavano anche per scuola (sì elementare) ma noi, da secoli e secoli, abbiamo completamente dimenticato questa accezione della scuola. Chissà perché la scuola deve essere solo fatica, paura, fuga da, e mai piacere del sapere, divertimento (la matematica ed il latino e il greco sono tanto diversi dai tanti giochi logici della settimana enigmistica?). Perché il sapere, la cultura, nel 2015 devono ancora essere appannaggio di pochi, di geni, visto che già lo sono soprattutto per chi può permetterselo?
L'abbandono scolastico, in percentuale altissima, tra gli altri di tanti amici del mio figlio quasi diciassettenne, è per me una ferita aperta e dolorosissima. Ma non sarebbe diverso il mondo se tutto (anche il classico così fuggito e temuto) fosse alla portata di tutti? Riuscite ad immaginare che azione dirompente sarebbe? Di educazione, cultura, forma mentis. E lo stesso per tutte le altre scuole. Si scelgono i vari istituti "perché non mi va di studiare" (molti), "non ce la faccio a fare...", "perché devo imparare un mestiere e lavorare" (pochi), "perché non ho i soldi per i libri".
I nostri insegnanti saranno pure maltrattati e mal pagati, ma sono davvero pochi quelli che meritano di essere chiamati così e che si rendono conto della loro enorme responsabilità su milioni di studenti: l'insegnante non lo può fare chiunque, non è un lavoro come un altro, e quindi andrebbe valutata la LORO attitudine a poter svolgere questo importantissimo mestiere, perché per ora le statistiche ci dicono che i danni che causano sono maggiori dei benefici. Andrebbero valutati (loro sì!) con la dimostrazione di riuscire a far apprendere a studenti che non hanno appreso e capito, per esempio. Mentre sempre più spesso sedicenti docenti (termine che a loro piace molto) fanno finta di non vedere la scopiazzatura continua da Internet durante i compiti in classe, così da potersi vantare di classi sopra la media invece che vergognarsi e stimolare il senso di responsabilità dei loro studenti, specchi dei loro "insegnanti".