mercoledì 15 aprile 2020

Quale informazione?

Questo è stato l'oggetto di un gratificante (per me...) scambio di email (che inserisco a pie' di pagina), qualche anno fa, con Marco Damilano,sulla mancanza, a mio parere, di informazione vera propria, a cura di giornalisti veri e non sedicenti tali.
Direi che poco o nulla è cambiato, anzi. Ho smesso, già da parecchio, di comprare quotidiani, che poco informano, limitandosi, più che altro, a riportare dichiarazioni varie e per lo più inutili,  puntualmente disattese o rimangiate di lì a breve: una inutile lettura di inutili chiacchiere.
Poi ci sono i giornalisti che, oltre a dare la notizia, la commentano, dicono la loro...: e questi possono essere la tua salvezza, se è quello che pensi tu e speri qualcuno prima o poi dica e ne tenga conto, o la gastrite se così non la pensi... Certo è che fare il giornalista, ormai e più che mai, è un vero e proprio potere forte se, com'è avvenuto di recente, ci si può anche permettere, oltre che dare voce a chi e nell'ordine di importanza che si preferisce, così da influenzare il lettore, o l'ascoltatore,  anche, addirittura, di commentare i comunicati del presidente del consiglio, facendo un uso personalissimo del proprio telegiornale: come è stato fatto da Mentana, sia a fine comunicato del Presidente, sia, in modo ancora peggiore e marcato, il giorno dopo alla fine del SUO tg.
Da elettrice, cittadina, telespettatrice fissa ormai da anni del tg de La 7, sono davvero indignata, e, ovviamente, non solo per i contenuti  e le motivazioni personalissime per cui l'ha fatto, ma anche per le modalità.  Incoerente sulla censura, che avrebbe effettuato (lui?? e a che titolo??) del discorso del Presidente se solo avesse saputo prima il contenuto... e che, comunque,  ha ammesso di aver fatto sulle famose cassette di Berlusconi di cui ha mandato 4 minuti dei 9 effettuati;  mi domando cosa pensa che sia, lui,  questa democrazia, di cui parla a sproposito, quando si può permettere di commentare, dal SUO PERSONALISSIMO tg, la seconda carica dello Stato e difendersi, il giorno successivo, da attacchi personali...
Posto che continuo a pensare che il presidente Conte sia il miglior presidente avuto, sicuramente negli ultimi 20 anni, e comunque il migliore in un'occasione  terribile e sconosciuta come questa; che di certo non temo sia una persona poco democratica né prevaricatrice, in alcun modo, anzi... (con certuni vorrei vederlo meno rispettoso di così...), di sicuro sono preoccupata, ancora una volta, della nostra Informazione: per noi  cittadini indispensabile più che mai in questo momento in cui, finalmente, si  comincia a smettere di credere a qualsiasi cosa giri sul web, forse capaci di cominciare a discernere tra fake news e News.
Grande, grandissima, quindi, la responsabilità dei giornalisti, che dovrebbero tornare a pensare solo agli oneri, del loro mestiere, e smetterla, invece, di pensare soprattutto agli onori.

2 commenti:

  1. Gentile Damilano,
    non so se questo suo unico indirizzo email trovato su un vecchio numero de l'Espresso (io non sono sui social: li trovo terribilmente invasivi e superficiali) sia effettivamente attivo e non so bene neanche io perché la stia disturbando...
    Il mio problema è che ho dei problemi nell'informarmi. Non compro più quotidiani, Repubblica mi è ormai diventato insopportabile per aria fritta e filorenzismo (anche se forse adesso qualcosa è cambiato...); Il Fatto, nonostante stimi molto Travaglio, non lo trovo di gran profilo; il Corriere non è mai stato il mio giornale. Con i tg non va meglio: seguo solo il Tg3 e La 7, ma Mentana ultimamente (dopo un periodo in cui non sembrava lui e lo seguivo volentieri) è tornato ad essere il cacciatore di gossip (stavolta politico) che era a Mediaset, il cacciatoreatuttiicosti , affibbiatore di etichette, neologismi, con la sua consueta tracotanza e prepotenza su tutti. Insomma la mia vera informazione siete Lei con il suo direttore e l'Espresso, Crozza e, quando ci riesco, Diego Bianchi. Che dice può andare bene?
    Considerando che sono un'appassionata di politica, vivo una sensazione perenne di fastidio per come questa attualmente sia lontana dal mio modo di pensare e per questi politici autocentrati, cialtroni, presuntuosi e perlopiù impreparati (non molto diversi dai nani, ballerine ed "elusori...fiscali" precedenti); trovando solo raramente,( appunto), nell'informazione, le domande che vorrei fare, le risposte che vorrei avere, ed i commenti da condividere come elettrice e come cittadina.

    Mi scusi per il disturbo, e grazie per l'attenzione e per la sua (mi scusi se mi permetto...) nuova grinta e nuovo corso (non le nascondo che ho cominciato ad apprezzarla dal "caso Marino"...).

    Cordiali saluti,
    Cristiana Micarelli

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  2. Cara Cristiana,
    mi scusi prima di tutto il ritardo della risposta, a una mail come la sua volevo dedicare il tempo che merita ed è stata come sa un’altra settimana campale per chi fa il mio lavoro. Mi ha colpito quello che scrive perché domande come le sue me le faccio anch’io, da questa parte della barricata, da una parte della barricata, come scrisse sull’Unità Pietro Ingrao sessant’anni fa a proposito dell’invasione sovietica dell’Ungheria, in quel caso sbagliando. La mia parte è il giornalismo e quando lei chiede quale informazione mi scuote. Quando poi aggiunge: che dice, può andare bene?, io dico no, non può andare bene. Per caso, pochi minuti prima della sua mail, avevo letto sui giornali di quella mattina i dati di vendita di quotidiani e settimanali: tutti in calo, a volte anche vertiginoso, tranne Fatto e Avvenire. La rete, certo, la disaffezione dei lettori, d’accordo, fenomeni storici. Ma il problema non è l’abbandono del lettore medio, categoria sempre debole in Italia, ma il senso di tradimento che provano persone come lei, appassionata di politica e di giornalismo, se mi permette, perché da come lei descrive lo stato dell'arte in poche righe si capisce che anche il modo di raccontare e commentare le cose della politica la appassiona e non poco. Ha ragione lei, sui politici e su molti miei colleghi, siamo spesso dentro un’unica spirale di superficialità. Io come forse sa non frequento i social, li trovo per i giornalisti un terribile moltiplicatore di vanità, frustrazioni, mondi paralleli… Non ho soluzioni, se non continuare a fare il mestiere che amo. Non so se sia per me un nuovo corso o nuova grinta, di certo l’unica nota positiva è che questo sfascio costringe tutti a essere più liberi, autonomi, con il fastidio perenne (uso la sua bella espressione) per chi deve trovare l’esercito in cui intrupparsi, la tifoseria in cui urlare, come si è visto durante la terribile guerra civile accesa artificiosamente sul Sì e sul No, che poi si è rivoltata contro chi l’aveva promossa. Continuo con preoccupazione per lo stato della nostra democrazia e dell’informazione. E la ringrazio per la sua passione, continuiamo il dialogo, se crede.
    Marco

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